martedì 10 maggio 2011

Noi difendiamo l’Europa

Non sapevo che nel 1996 Gheddafi avesse ucciso 1200 persone in una sola notte nel carcere di Tripoli. Ovviamente nascondendo i cadaveri e non dicendo come fossero stati ammazzati. Inutile chiedersi il perché. Per fortuna riesco ancora a stupirmi e a considerare tante 1200 persone anche se so benissimo che non è stata la prima e non sarà quella l’ultima volta ma…Gheddafi è lo stesso omino che quasi per una sola notte ha bloccato, in occasione della sua ultima visita in Italia, il palinsesto della tv nazionale per mostrare al grande pubblico quanto fossero belli ed eleganti i suoi cavalli libici. E so che se non fosse cominciata questa guerra, tanti avrebbero continuato ad associarlo all’eleganza dei suoi cavalli. Questo sì che mi stupisce.

Drammaticamente attuale il documentario ‘Noi difendiamo l’Europa’ di Roman Herzog, autore e documentarista tedesco, sulla detenzione illegale degli immigrati africani stranded, cioè arenati nei Paesi nordafricani, in particolare in Libia, uscito nel 2009. A parte l’ingiusta quanto eclatante violazione dei diritti umani di cui sono vittime immigrati e non solo (valido motivo per il quale andrebbe ascoltato attentamente), mi hanno colpito due punti.
Il primo ribadisce la consueta incognita rappresentata dal sistema UN (meglio non chiedersi cosa stiano facendo adesso le UN in Libia) dato che teoricamente solo le Nazioni Unite possono occuparsi di rifugiati in Libia ma l’UNHCR, l’agenzia preposta al trattamento dei rifugiati, sembra essere un fantasma introvabile che si aggira nel Paese. Il secondo è il fatto che, effettivamente, gli accordi dell’Europa con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo si concentrino soltanto sulla sicurezza (nel senso di come bloccare i migranti), sulle attrezzature, sugli elicotteri e sulla sorveglianza dei confini ma mai sulle persone e sui loro diritti. Gli immigrati finiscono così per essere le 'vittime di una cospirazione' tra le due sponde del mediterraneo: li mettono nei campi di detenzione e li riportano nei loro paesi a causa della pressione europea sui Paesi nordafricani. Cosa che mi ricorda molto gli immigrati tunisini a Lampedusa. Dal 2009, quindi, non sembra essere cambiato molto.

Herzog replica adesso con ‘Non te la prendere se non ce l’hai fatta! Profughi ritornati in Etiopia’, chissà che qualcosa non sia davvero cambiato…

1 commento:

  1. Proprio ieri sera, ho scaricato un podcast (che devo ancora ascoltare) con tanto di intervista al signor Herzog. Un modo diverso per festeggiare la festa dell’Europa. Anche quel programma, realizzato appunto il 9 maggio, partiva dalle coste di Lampedusa. E non mi sembra un caso.
    Cara Quasitrentenne, mi sa che mi tocca vedere entrambi i documentari.

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