domenica 19 giugno 2011

Edda


 
Edda l'avevo già vista una volta spulciando su youtube. Era stata invitata ad Anno Zero per parlare di migrazione. E mi era piaciuta. Sarà stato il suo aspetto, la sua dialettica, la sua determinazione. Però mi era piaciuta. Aveva l'aria di una piccola peruviana con il sangue che bolle. Si vedeva. Ecco perché mi era piaciuta.
E quando ieri l'ho risentita parlare stavano per scendermi le lacrime. La sua forza e quella delle sue parole hanno superato il mare e sono arrivate fino a me. Finalmente la forza di un'immigrata che dà lezioni a noi italiani. Ne abbiamo proprio bisogno e mi lusinga che sia lei a parlare per me. 
L'ho sentita vicina anche quando ha parlato delle elezioni in Perù. Nonostante i giornali italiani le avessero quasi ignorate, mi sembrava assurdo che la figlia di un dittatore, Fujimori, fosse arrivata al ballottaggio e potesse vincere le elezioni presidenziali. Anche per Edda era inconcepibile. Sarebbe un po' come ipotizzare, tra venti anni, la candidatura del figlio di Ben Ali alle elezioni in Tunisia. È vero che i figli sono diversi dai padri ma spero che il popolo sia abbastanza preparato da non accettare di rievocare il nome e, soprattutto, l'operato di un dittatore. Sarebbe assurdo.
 

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