lunedì 27 giugno 2011

Kélibia, il paradosso che non rende giustizia

Kélibia con cammelli, bianco e nero

Kélibia, nord-est della Tunisia, punta del Cap Bon.
Kélibia dalle splendide acque dista solo 73 Km (di mare) da Pantelleria e 106 Km da Tunisi, la capitale. Fa ridere, lo so.
Fa ancora più ridere sapere che oggi, a Kélibia, Walid non è riuscito a sentire la radiocronaca del derby delle due più importanti squadre di calcio di Tunisi, Espérance- Club Africain, perché la radio si sintonizzava soltanto su canali italiani. Dal canto mio, come una bambina ingenua, cantavo gioiosamente un vecchio pezzo di Max Pezzali tra le strade deserte e desertiche che mi riportavano a Tunisi. Quella canzone non l’avrei mai cantata in Italia ma lì ero a Kélibia, in una piccola Italia di Tunisia.
Il punto però è un altro. Se io, da italiana, mi sono sentita a casa ascoltando la radio italiana in Tunisia, come deve sentirsi un tunisino nato a Kélibia, cresciuto a pesce e Radio Deejay, che vede a occhio nudo Pantelleria e che sa che è più distante, teoricamente, la capitale del suo Paese (Tunisi) che l’Italia (Paese straniero)?



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