domenica 13 novembre 2011

Quando Roma non è che la metà del viaggio

Roma era tranquilla stamattina. In linea con quel concetto di laicità messo in pratica dallo Stato italiano, alle 9a.m. in aeroporto si sarebbe celebrata la Santa Messa, almeno così annunciava la signorina dietro l’altoparlante. Lasciata la coppa d’Africa a Tunisi, a Roma mi hanno accolto i calorosi festeggiamenti di piazza che salutavano un Presidente del Consiglio ormai non più al potere.  
Poi il viaggio è continuato.
E già in volo mi rendevo conto che qualcosa sarebbe stata più strana del solito. Sentivo quel fascino di un tempo trasformato con gli anni in qualcosa di più aspro, acre, più vicino ad un incontrollabile senso di rabbia che non di ingenua curiosità di bambina. E forse quell’irrequietezza era talmente evidente che, non appena messo il piede a terra, sono stata avvistata dalla prima signorinaSicurezza che, tra tanti individui tra cui scegliere, ha fermato proprio me. Ha cominciato con le domande cercando scontate conferme sull’autenticità della foto che mi ritrae sul passaporto. Idiozie pure. Una lettera è riuscita a salvarmi.
Ho continuato verso l'uscita. Il fatto di riuscire a leggere le scritte che mi circondavano mi rendeva ancora più nervosa e quasi un senso di disprezzo si impossessava di me. Ho cercato un bagno e quando mi sono accorta di leggere quel nāšîm che faceva al mio caso, quasi mi sono maledetta. Poi è arrivato il controllo. E ovviamente sono stata bloccata.
Però ti chiamano per nome quando ti fanno le domande. 
Mi hanno trattenuto il passaporto e sono andata a recuperare la valigia. Poi, sono ritornata per lo scanner del bagaglio. In mezz’ora, oltre a me sono state bloccate solo due persone. Una di queste era Sandro. Che mi ricordava un certo Vittorio ucciso qualche mese fa non lontano da qui. Hanno controllato il bagaglio in una stanza asettica, spoglia e tetra. Io son passata, non c'era scelta. Sandro credo facesse strategicamente finta di non parlare altro che l’italiano. Me ne sono accorta e ho continuato a fare la vaga ma mi hanno incastrato lo stesso per tradurre. Sandro sarebbe tornato a casa. Anche se forse non glielo avevano ancora comunicato ufficialmente. “Why? Security Reasons”. Un'altra signorinaSicurezza mi ha invitato ad allontanarmi. Sono uscita.


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