giovedì 8 marzo 2012

Passeggiando a braccetto con le infrastrutture artificiali

- Morocco Mall -
Se in una mattina dal sole primaverile decideste di fare una passeggiata sul lungomare di Dar Bida, potreste imbattervi in un’esperienza in perfetta armonia con le contraddizioni del Paese. La rigida artificialità della moschea Hassan II, infatti, spezza subito il cuore di coloro che sono abituati a restare ipnotizzati davanti alla ridondanza delle antiche moschee di cui hanno assaporato per ore la tranquillità e la spiritualità.
Qui, invece, prende subito il sopravvento la dimensione commerciale della costruzione, fredda nella sua rigida attenzione ai dettagli e priva di ogni profonda religiosità. Senza considerare le note stonate come il fatto che a costruirla sia stato un architetto francese e che le donne non debbano coprirsi nè capo nè corpo. Per non parlare del fatto che le manie di grandezza del committente trovino eloquente conferma nel fatto che la costruzione si erga in gran parte sul mare e che il minareto, di 200m, sia il più alto del mondo e che l'edificio voglia essere una commistione tra moschea-cattedrale-sinagoga.
Superato il primo shock, non si tarda a passare al secondo. Basta solo camminare sulla corniche per imbattersi in un lungomare artificiale all’ennesima potenza, con annessi lavori ancora in corso. Lo sguardo sbatte con violenza sulle grandi costruzioni che vi si ergono, lontane anni luce dalla vera quotidianità del Paese. Una sfilata di McDonald's, KFC e lidi dai nomi esotici come Miami o Saint Tropez che hanno contribuito a massacrare letteralmente la naturale costa atlantica anche se contribuiscono forse a riempire di gioia i turisti che accorrono da tutto il mondo. Camminando camminando, si arriva alla terza tappa: il Morocco Mall, il più grande centro commerciale d’Africa, collegato direttamento all’aeroporto da una navetta per permettere a tutti coloro che fanno scalo dai Paesi africani e non, di ‘fare un salto’ nel futuro commerciale di questo Paese sempre più proiettato alle infrastrutture moderne. Negozi su negozi che ci fanno attraversare un po’ tutto il mondo, basti solo pensare che nel giro di duecento metri si incontrano ben tre ristoranti giapponesi (in Marocco!). E poi Gucci, Louis Vitton, H&M, Zara, Starbucks e chi più ne ha, più ne metta. Oltre ad un acquario in cui si spiccano quattro piccoli squali in mezzo a numerose specie di pesci coloratissimi provenienti da tutti i continenti. E la fontana all’esterno che ogni mezz’ora “fa scorrere acqua a suon di musica”...va ammesso, però, che il progetto sia pienamente riuscito: più di una volta, infatti, mi son persa tra le marche, gli odori e i sapori di quel luogo dimenticando quale fosse la realtà di Dar Bida...

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