Mona Eltahawy, giornalista egiziana e attivista per i diritti umani, ha
pubblicato un articolo intitolato “Perché gli uomini ci odiano?” nell’edizione
dedicata alla sessualità del Foreign Policy, con l’intento di far ammettere ai lettori che gli
uomini nel mondo arabo odiano le donne e che ad alimentare le violenze sia un
avariato mix di cultura e religione.
In effetti, se ci si sofferma a riflettere sulla percezione della donna nelle società musulmane, non si fa fatica ad ammettere che le
donne arabe siano ridotte allo stereotipo “velo e imene”.
A Tunisi, ad esempio, l’intervento per la ricostruzione
dell’imene, un’operazione di chirurgia plastica tra le più diffuse fra le donne
tunisine, dura meno di un’ora e costa poco più di 600 dinari (circa 300 euro). Schiacciate
dal peso di un tabù alimentato da una società maschilista che nel nome dell'Islām
impone loro di arrivare vergini al matrimonio, circa il 95% delle ragazze tunisine
chiede aiuto alla tecnologia moderna. “In effetti, le donne sembrano avere
trovato un compromesso: la medicina alleggerisce l’angoscia sociale” dice Nedra Ben Smail, psicologa che ha scritto un libro sull’argomento.
E dall’altra parte del mondo arabo la storia è la stessa. Nei
locali dell’Istituto Medico Legale di Baghdad, ogni giorno vengono realizzati
decine e decine di test di verginità, quasi tutti in seguito alla decisione di
un magistrato che vuole verificare le virtù
della donna. Le visite vengono ordinate dai giudici alle prese con casi di
mariti che denunciano la mancanza di verginità delle loro spose nel giorno del
matrimonio. Se ritenuta colpevole di aver fatto sesso al di fuori del
matrimonio, la donna è tenuta a ricompensare l’uomo per i regali ricevuti ed
ogni altra spesa sostenuta.
Sami Dawood, un medico dell’Istituto Medico Legale di
Baghdad spiega, infatti, che i neomariti pensano che durante il loro primo rapporto la
donna debba necessariamente perdere del sangue, convinzione che deriva
dalla loro scarsa conoscenza della sessualità femminile, visto che l'imene si
può rompere per svariate ragioni.
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