mercoledì 28 agosto 2013

Quella Terra dal giudizio sospeso...

Nonostante le mie innumerevoli rigidità, le certezze non sono mai state il mio forte. Ma su una mi capita d'inciamparci spesso: ogni volta che passo da queste parti mi sento come se stessi sulle nuvole, inebetita e imbambolata, e per qualche giorno sospendo completamente il giudizio. Le sole cose che riesco a fare sono osservare, parlare e ascoltare, rielaborare mi è già più difficile. Qui tutto sfugge ad una interpretazione lineare e semplice, qualcosa che possa rientrare in uno schema ben determinato e regolato da leggi fisse. Qui tutto è sfumato. Tutto è altalenante, incerto, dettato dalla fase politica del momento. E io, imbambolata, mi muovo da una parte all'altra arrancando, cercando di cogliere il più possibile i dettagli e le minime sfaccettature. Ci vogliono anni per capire questo luogo e bisogna percorrerlo tutto arrivando a toccare l'anima della gente da ogni parte del muro e della green line passando per la Striscia.
Questo non è un Paese, non sono nemmeno due Paesi, questo è una miriade di storie personali, di casualità, di fortune alla nascita, di lasciapassare che o hai o non hai e forse non avrai mai, di ID diverse, di scelte politiche che sono mai come qui lontane dalla gente, di campi rigogliosi di frutta che viene esportata in Europa quando a 50 km da qui la gente non sa a che santo votarsi per un po' di cibo sano, di mitra quotidiani, talmente quotidiani che dopo tre giorni che li vedi non li noti nemmeno più, di mimetiche dai vari colori, che non sai bene cosa rappresentino, di humus, di shawarma, perché tanto il cibo è lo stesso per tutti, delle sei città miste arabo-israeliane a pochi chilometri da Tel Aviv, di treni puntali come in Svizzera laddove a pochi km trovi solo asinelli come ai tempi di Gesù, di assordante indifferenza perché ormai tutto è normale, di inspiegabile bilinguismo che ti obbliga, in men che non si dica, a passare dall'arabo all'ebraico come se niente fosse, di opportunità infinite da un lato e di frustrazione incolmabile dall'altro, di religioni stanche che ognuno segue a suo piacimento, non curante di quella dell'altro, di palestinesi  arbitrariamente inglobati nello stato d'Israele e che dall'oggi al domani si son ritrovati ad essere arabi ma con passaporto israeliano, l'effetto più riuscito dell'assurda logica del contrappasso...e la tensione ancora una volta comincia a salire, perché la Siria, adesso, è più "vicina" che mai...

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