martedì 24 febbraio 2015

Quando un governo censura un fumetto sull'omosessualità. Accade in Iran in questi giorni.

La poetessa iraniana Sepideh Jodeyri* ha da poco tradotto il graphic novel "Le bleu est une couleur chaude" di Julie Maroh. Il libro, che ha vinto la Palma d'Oro a Cannes nel 2013, racconta una storia d'amore tra due ragazze adolescenti (cfr. http://ladroolevie.blogspot.it/2013/07/e-le-ma, in Iran, la sua traduttrice è stata minacciata di morte.
- Copertina del fumetto in persiano -
Per sensibilizzare l'opinione pubblica, la francese Julie Maroh ha fatto scattare l'allarme pubblicando sul proprio blog un messaggio chiaro e forte: "In Iran, l'omosessualità è punibile con la morte. La versione persiana di "Blue" è stata pubblicata da un editore parigino. Fin qui tutto bene. Ma la reazione dei conservatori religiosi si è scatenata quando un editor di Teheran ha pubblicato l'ultimo libro di poesie di Sepideh e ha cercato di promuoverlo."
Un vero e proprio linciaggio mediatico ha preso forma su internet: l'editore, come la traduttrice, è stato minacciato per aver cercato di promuovere un'opera considerata criminale nonostante il Ministero della Cultura e della Guida Islamica ne avesse autorizzato ed in parte finanziato la pubblicazione. L'editor è stato minacciato di perdere la sua licenza di pubblicare, e l'autore, da parte sua, non riesce a farsi pubblicare i suoi libri.
Attualmente, Sepideh Jodeyri vive in Repubblica Ceca, a Praga, ma le sue opere sono state vietate in Iran. Lei ha ovviamente il divieto di tornare nel suo Paese. "Sono stata dichiarata persona non grata nel mio Paese", dice. "E' insopportabile che certi eventi passino in silenzio. Si tratta, ancora una volta, di una violazione della nostra libertà di scrivere, leggere, comunicare e soprattutto di amare", ha commentato Julie Maroh da parte sua.
E, in Iran, la campagna di censura si è rapidamente attivata: un giornalista iraniano si è visto cancellare dal suo giornale l'intervista che la poetessa gli aveva rilasciato. In effetti, Sepideh spiega che gli editori hanno paura di rappresaglie se lasciano la pubblicazione dell'articolo. Altri due critici letterari hanno subito la stessa repressione. "Tutto questo significa che la mia penna è vietata nel mio Paese", si lamenta. 
I gruppi religiosi e la censura imposta dal governo iraniano inducono il suo editore a temere rappresaglie violente e non resta che cercare aiuto nei media per sensibilizzare il maggior numero di persone.
Il sindacato francese Syndicat National des Auteurs de Bande Dessinée ha ribadito quanto sia importante diffondere, condividere, sostenere la poetessa iraniana attraverso la pagina del blog di Julie Maroh, di seguito il link, in modo da attirare l'attenzione dei poteri pubblici, della società civile e delle reti sociali:

Non dimentichiamo che in Iran, chi fornisce sostegno ad omosessuali è punibile con una pena di 100 frustate e persino una condanna a morte. L'omosessualità è punibile con la morte e Mohammad Javad Larijani, segretario del Consiglio Superiore Iraniano per i Diritti Umani, ha dichiarato nel 2013 che "la promozione dell'omosessualità è illegale, e noi abbiamo forti leggi contro questa pratica. Noi crediamo che l'omosessualità sia una malattia che deve essere curata."
Attualmente, in Iran è disponibile solo la versione digitale del graphic novel.

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